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"Chissà se ognuno porta nella mente il suo giardino chiaro e luminoso se c'è chi ne fa a meno nel cammino". Questi versi sono densi di profumi, selvatiche visioni, e hanno il ritmo e il respiro del cammino. Passo dopo passo, il vento entra nella gola e apre il cuore. Sentieri salgono tra chiare chiazze di lichene, scendono tra pini intrisi di sale e mare; e l'acqua è così azzurra e trasparente a Sirolo, tra lecci e bianchissime rupi. Piersanti chiama tutte le erbe e gli alberi con il loro nome, ha confidenza con le ore e le stagioni, ma "di rado, molto di rado, la voce dei non umani è la più forte". La terra troppo spesso è profanata, e quando incalza "il tempo nuovo", lo sente così distante, da sé e ancora di più dal figlio Jacopo, che "abita una contrada senza erbe e fiori".